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sabato 29 maggio 2010

L'UEFA PREMIA L'ENNIO IN CENTRO

Il giudizio é stato espresso nell'ambito della candidatura a Euro 2016
Alcuni giudizi positivi, per lo stadio 'Ennio Tardini' e per la sua centralità nel contesto cittadino, emergono dalle relazioni ufficiali redatte dal presidente e dai membri della Commissione Uefa, in merito ai tre dossier di candidatura presentati da Francia, Italia e Turchia per Euro 2016, il cui verdetto giungerà domani, venerdì ventotto maggio. In particolare, soprattutto, su 'trasporto urbano e accessibilità', valore in cui il nostro impianto eccelle ("... Le città di Parma, Cesena e Verona, piuttosto piccole, hanno stadi ubicati in prossimità del centro cittadino e dotati di soluzioni atte a favorire l’accessibilità ... Per quanto attiene all’accessibilità degli stadi, sette delle città ospitanti proposte risultano al di sopra del benchmark, due sono più o meno attestate sul benchmark, Bari e Roma, mentre tre attualmente si collocano di poco al di sotto del benchmark, Cesena, Palermo e Udine ..."), così come nella 'valutazione complessiva del trasporto terrestre' (" ... otto delle città ospitanti proposte superano il benchmark, Cesena, Firenze, Milano, Napoli, Parma, Roma, Torino e Verona, due sono attestate sul benchmark, Bari e Udine, e due risultano al di sotto del benchmark, Cagliari e Palermo..."). Alla faccia di quanto, ieri sera, ha lasciato intendere, proprio a Parma, Michele Uva, project manager della candidatura dell'Italia a Euro 2016, per conto della Federazione italiana gioco calcio.

http://www.settorecrociatoparma.it/Notizie0910..htm/notizie_0910_653.htm
 
grazie Rey
lunedì 17 maggio 2010

4 domande a Settore Crociato Parma





1. Siete favorevoli o contrari allo stadio di proprietà delle società di calcio?
Innanzitutto, grazie per averci interpellato chiedendoci il nostro pensiero, seppur Settore Crociato, teniamo a sottolinearlo ancora una volta (non fa mai male ricordarlo), non sia un gruppo organizzato della tifoseria del Parma Calcio. Come principio siamo contrari agli stadi di proprietà, in particolare per realtà medio-piccole come la nostra. Il Parma Calcio, oltretutto, avendo un contratto di gestione dello stadio ‘Ennio Tardini’ fino al 2031 con il Comune di Parma, proprietario dell’immobile, crediamo abbia ampie possibilità di muoversi creandovi all’interno attività da cui trarre risorse. Insomma, a livello locale, parmigiano, non pensiamo ci sia un’urgente esigenza del nostro ‘club’ di diventare ‘padrone dello stadio’.

2. Lo stadio di proprietà per essere competitivi?
Riteniamo giusto che le società di calcio traggano risorse, per finanziarsi, non solo dai capitali dei loro proprietari, dai diritti televisivi, dagli abbonamenti o, per quello che incide sui bilanci, dalla vendita dei singoli titoli di ingresso alle partite. E’ comprensibile che si attinga da altre nuove fonti. Se queste saranno individuate in nuove attività commerciali all’interno dello stadio, auspichiamo non sfocino nella mera speculazione, siano ancorate alle tradizioni di ‘club’ e città, siano aggregative per la Comunità della tifoseria. Un sistema in cui i sostenitori, non spremuti, ma coinvolti con partecipazione e passione, si sentano davvero, con piccoli contributi, proprietari non più solo ideali del sodalizio sportivo di loro riferimento. Una configurazione che non necessariamente deve discendere dallo stadio di proprietà. Anzi, dovrebbe prescinderne. Se, invece, così non fosse, se i poteri politici e del calcio introdurranno questa condizione (la privatizzazione degli impianti per il calcio), reputiamo che la legge debba imporre una rigida regolamentazione, con vincoli che tutelino i tifosi e il tifo popolare, limitando l’azione affaristica dei ‘club’, affinché non si scada nello sfruttamento commerciale fine a se stesso delle strutture, circoscrivendosi all’essenzialità della sopravvivenza e del miglioramento competitivo delle società sportive. Quando, quattro anni fa, indicammo il modello tedesco, oggi proposto anche da alcuni dirigenti e da qualche amministratore, come esempio da osservare ed, eventualmente, imitare ci riferivamo all’atteggiamento che si è tenuto e alla filosofia a cui ci si è ispirati, in Germania, nei confronti dei tifosi, quando si è trattato di ristrutturare gli stadi o di costruirne nuovi. Sono stati a tutti gli effetti comunitari, facendoli partecipare, anche a livello istituzionale, nella fase di elaborazione e di progettazione, chiedendo loro consigli e suggerimenti, accettandoli, come per esempio la possibilità di stare in piedi e non seduti nelle Curve, nei settori più popolari, quelli dove il tifo è maggiore e più caloroso, o come e dove poter attaccare senza problemi bandiere e striscioni

3. Ancora si discute sulla possibilità di dislocare il Tardini in periferia voi che dite?
Siamo da sempre contrari allo spostamento dello stadio ‘Ennio Tardini’. Siamo stati i primi in assoluto, già sei anni fa, a denunciarne le velleità di trasloco da parte di alcuni amministratori e imprenditori parmigiani, monitorando l’evoluzione delle loro intenzioni, a scopo informativo, a servizio della Comunità Crociata. Secondo noi la sua centralità urbana è la principale peculiarità che lo caratterizza in riferimento anche alle due maggiori problematiche sollevate da chi lo vuole dislocare, riguardanti il traffico (un impianto a ridosso della tangenziale, per esempio, provoca code in fase di afflusso e deflusso del pubblico, molto più congestionanti la viabilità di una struttura da raggiungere con bus navetta collegati a parcheggi situati in ogni porta della città o in bicicletta) e la sicurezza, il giorno della partita, nel Quartiere Cittadella, la quale dipende molto da come la si organizza. Anzi, a proposito, crediamo che la presenza del ‘Tardini’ qualifichi questa zona della città e la salvaguardi dal degrado urbano di altre aree cittadine addirittura anche più centrali. Se avversiamo un trasferimento in periferia del nostro stadio, siamo, però, favorevoli a una sua ristrutturazione secondo i principi prima indicati in merito ad attività che producano, con spirito comunitario, risorse per il ‘club’, come potrebbe essere, per esempio, pure la generazione e la vendita di energia pulita attraverso l’installazione di un impianto fotovoltaico, riservando particolare attenzione a spazi aggregativi, al Museo del Parma Calcio costruito dai ricordi e dalle emozioni della sua gente.

4. Dulcis in fundo, la tessera del tifoso
Consideriamo la tessera del tifoso, concepita come strumento per combattere la violenza negli stadi, inutile e superflua, perché, per arginare e annullare questo fenomeno, basterebbe una corretta applicazione della legge da parte delle autorità preposte. Non riteniamo sia lesiva per la tutela della privacy, considerato come i dati personali dei sostenitori di una squadra di calcio e, più in generale, di ogni cittadino, siano già conosciuti in determinati circuiti istituzionali. Non crediamo sia giusto escluderla a chi ha già scontato provvedimenti restrittivi per aver commesso, in un passato remoto o recente, ‘reati da stadio’. La contesteremo, tenendo presente come, non essendo un vero e proprio gruppo organizzato della tifoseria, si abbia poca voce in capitolo, qualora sia anche realmente vincolata e assoggettata, obbligatoriamente, alla sottoscrizione di una carta di credito o a un esercizio speculativo nei confronti dei tifosi.

Grazie a Settore Crociato per la disponibilità



SETTORE CROCIATO:
Abbandonata da anni l’identità propriamente ultras, in parte già con la rinuncia all’originaria denominazione di Potere Crociato e con la sua conseguente trasformazione, Settore Crociato non è un gruppo organizzato di tifosi del Parma Calcio in quanto tale, come la comune definizione intende.


Settore Crociato, a differenza di un recente passato in Curva Nord, non si ritrova, in occasione delle partite casalinghe del Parma Calcio, unito e compatto, in un luogo specifico dello stadio ‘Ennio Tardini’.
Settore Crociato non organizza, sistematicamente, con una struttura a disposizione della tifoseria, trasferte al seguito della Maglia, pur partecipandovi, con alcuni suoi componenti, in molte occasioni.
Settore Crociato è costituito da sostenitori del Parma Calcio, nati e cresciuti nella Nord (sui cui gradoni certuni di loro ancora oggi si appassionano), i quali supportano le gesta della squadra, nella circostanza delle sue gare interne, indistintamente, da ogni comparto dell’impianto sportivo di piazzale Risorgimento, secondo la volontà, le abitudini e le necessità di ciascuno.
Non siamo in tantissimi, ma ci auguriamo di incontrare altri tifosi che abbiano la voglia di condividere le nostre idee.
Siamo persone le quali amano Maglia e Bandiera Crociate al punto da non volerne disperdere la loro storia, cominciata nel 1913, allestendo iniziative allo scopo.
Come la celebrazione, ogni anno, in dicembre, del Compleanno della compagine per il gioco del pallone che porta il nome della nostra città, coinvolgendo il ‘club’, le istituzioni, tutta la Comunità, ma anche, se possibile, predisponendo proposte esclusivamente rivolte alle giovani generazioni.
Convinti che, come quando si muove un’altalena, più si spinge indietro, maggiormente ci si protrae in avanti. Ricordando il passato, vivendo il presente, per sperare nel futuro.
In questo contesto si inserisce il nostro impegno, dopo averne lanciato l’idea, per la realizzazione, collettiva, partecipata e cooperativa, del progetto del Museo del Parma Calcio costruito dalle emozioni e dai ricordi della sua gente.
Settore Crociato è anche titolare di questo sito Internet, il quale porta il proprio nome.
Pur essendo redatto con l’animo e la passione del tifoso, questo strumento ha, volutamente, un taglio giornalistico (non è escluso che in un prossimo avvenire venga registrato legalmente come testata) e di servizio, interessandosi delle vicende del Parma Calcio e del suo ambiente (non strettamente, per scelta, di quelle di natura tecnica).
Con l’intenzione di approfondire, guidati da spirito costruttivo, cercando di mantenere sobrietà per stile e forma, notizie e aspetti che dagli organi d’informazione istituzionali vengono spesso trattati in superficie.

Note: Intervista esclusiva per http://www.stadiotardini.com/
Descrizione di Settore Crociato tratta interamente dal link: http://www.settorecrociatoparma.it/chi_siamo_1%20-%20Copia.htm
martedì 11 maggio 2010

Stadio Tardini, domenica ore 16,45: fantacronaca di una festa?

Gabriele Balestrazzi sulla Gazzetta di Parma.

Vai all'articolo!
lunedì 10 maggio 2010

A Palermo una situazione analoga

Lo stadio Renzo Barbera: un gioiello nel centro di Palermo "Negli ultimi anni, il presidente Zamparini ha proposto la costruzione di un impianto ex novo, vista la vicinanza del Barbera al centro cittadino, ma difficilmente i palermitani rinunceranno al proprio stadio storico."

Vai al post di Gioia Bò su "Calcio Pro"
venerdì 7 maggio 2010

ULTRASBLOG di Vincenzo Abbatantuono: STADI PRIVATI

ULTRASBLOG di Vincenzo Abbatantuono: STADI PRIVATI....Vai al post del blog

STADI, LA LEGGE SLITTA

La Commissione della Camera ne ha posticipato ancora la discussione Rischia di non esser inserita nel dossier per Euro 2016: ma l'Italia ci tiene?

Continua su Settore Crociato Parma.
martedì 4 maggio 2010

StadioTardini.com: 4 domande ai BoysParma1977




1) Siete favorevoli o contrari allo stadio di proprietà delle società di calcio?
Siamo contrari. Gli stadi devono conservare la loro natura: comunitaria e sportiva. Devono rimanere di proprietà delle comunità locali, essere di tutti e accessibili a tutti. Gli stadi devono favorire la partecipazione popolare, l’aggregazione, lo sport, la libera espressione, e la crescita sociale. Non devono essere convertiti al consumismo, alla selezione e alla repressione.
Lo Stato italiano non può e non deve regalare gli stadi italiani alle Spa del pallone, né finanziare speculazioni private con la scusa dello sport.

2) Lo stadio di proprietà per essere competitivi?
No. Utilizzare la passione dei tifosi per giustificare una speculazione privata proprio non ci piace.
Se le Spa del pallone ritengono che per essere competitive nello sport debbano costruire, gestire e vendere, centri commerciali, alberghi; negozi; ristoranti; abitazioni residenziali; ecc ecc. lo facciano pure. Ma con i loro soldi, senza leggi ad hoc dello Stato che gli conferiscano privilegi, senza stravolgere aree sportive pubbliche. Già oggi, per altro, i proprietari dei club hanno interessi in una miriade di campi economici. Cosa investire o reinvestire nei club lo decidono loro, e farebbero così anche se lo Stato gli regalasse gli stadi e gli finanziasse le opere per trasformarli.

3) Ancora si discute sulla possibilità di dislocare il Tardini in periferia voi che dite?
Il Tardini è lo stadio di Parma. E’ un pezzo della nostra storia, un simbolo della nostra comunità, un centro della parmigianità, il più grande luogo d’aggregazione della nostra città. E’ un polmone verde, dedicato allo sport e allo stare insieme. In esso si radunano abitualmente migliaia di parmigiani, e non per fare shopping, ma perché condividendo la stessa passione, per sostenere insieme la squadra della propria città. Grazie alle dinamiche del tifo si conoscono, si frequentano, imparano a stare insieme. Parma non può delocalizzare la sua anima, i suoi spazi sociali e popolari. Il Tardini va conservato, dov’è. E ne va conservata e difesa la sua natura.

4) Dulcis in fundo, la tessera del tifoso.
Per avere la Tessera bisognerà chiedere il permesso alla Questura, sottoscrivere una carta di credito, e accettare di sottostare alle volontà delle Spa del pallone che la rilasciano. Il che conferirà anche a quest’ultime ampi poteri sul tifo libero, ancor prima d'aver privatizzato - depredato? - il Paese dei suoi stadi.
Per la passione si può rinunciare alla propria natura e alla propria dignità? Noi crediamo di no.
La Tessera snatura il rapporto club – tifoso, in senso commerciale, imponendosi e dettando regole arbitrarie, poliziesche e padronali. Un tipo di rapporto che non fa per noi. Per qualcuno può essere una buona occasione per vendersi. Ma non per noi..
Passione sì, loro servi no. Noi la Tessera non la facciamo.

Grazie ai Boys per la disponibilità

BoysParma1977. Il gruppo ultras di Parma è denominato Boys Parma ed è stato fondato nel 1977.
Allo Stadio "Ennio Tardini" di Parma gli ultras i sostenitori più caldi del tifo gialloblù occupano la curva Nord che, gli stessi, dal 4 maggio 2008, hanno intitolato a Matteo Bagnaresi, ragazzo appartenente ai Boys Parma tragicamente deceduto il 30 marzo 2008 in un autogrill sull'autostrada A21 Piacenza-Torino, mentre si recava a Torino per assistere a Juventus-Parma.
I Boys Parma 1977 sono attualmente gemellati con gli Ultras Tito Cucchiaroni (Sampdoria), con i Rangers e con i Desperados (Empoli).
In passato ci sono state amicizie con gli ultras del Barletta, del Cesena, dell'Hellas Verona (Brigate e Inferno) e dello Spezia, nonché buoni rapporti poi sfociati in accese rivalità con il Modena ed il Piacenza. Storico il campanilismo con i cugini della Reggiana e del Bologna, mentre, con il passare degli anni, si è sviluppata un'aspra rivalità con la Juventus e con altre tifoserie di squadre importanti come Roma, Fiorentina e Genoa. Nonostante la differenza di categorie è rimasta una forte rivalità con le tifoserie di Carrarese e Cremonese.
Sito web del gruppo: http://www.boysparma1977.it/

Parma Roma....in caso di incidenti si passerà alle vie legali

"Noi non scherziamo”. Dopo aver anticipato l'ipotesi di una class action contro il Casms nei giorni scorsi a causa dell'apertura del Tardini a un numero di tifosi della Roma (che cresce ogni giorno di più) per la partita di domani pomeriggio, il comitato locale di “Noi Consumatori” è passato dalle parole ai fatti ai fatti.
All'indomani dell'incontro, il presidente della sezione parmigiana dell'associazione Filippo Greci ha infatti inviato (oggi alle 11,45 circa), a mezzo fax una lettera di diffida all'Osservatorio Nazionale sulle Manifestazioni Sportive e al già citato Comitato di Analisi per la Sicurezza delle Manifestazioni Sportive annunciando che in caso di incidenti si passerà alle vie legali. Continua sul sito "Noi Consumatori"...
lunedì 3 maggio 2010

A difesa del Tardini (adesivo)

Da sabato abbiamo iniziato a distribuire un adesivo a difesa della locazione e della natura dello stadio Tardini, affinché rimanga dov'è, dedicato solo allo sport, allo stare insieme per aggregare e non per consumare, e rimanga di tutti, aperto per tutti.Guarda l'adesivo sul sito dei Boys Parma 1977

Intervista a Fabrizio Pallini

Sul fatto che il sottoscritto abbia sempre tenuto ai valori, dunque non ci sono dubbi: e a questo punto non so se vogliamo introdurre un elemento successivo, riferito allo Stadio Tardini… Ricordo, ad esempio, che a suo tempo io fui contrario addirittura al fatto che potessero distruggere il vecchio Tardini per crearne uno nuovo. Combattemmo moltissimo perché almeno rimanesse la facciata liberty dello stadio: quindi è ovvio che se mi si fa la domanda Tardini o non Tardini io dica Tardini come dissi a suo tempo e come ho sempre detto.
Direi quindi che è comprovato il mio amore verso le tradizioni e verso lo Stadio, che tra l’altro ritengo debba essere libero da situazioni commerciali, in linea di massima, perché lo stadio comunale Ennio Tardini dovrebbe rimanere tale, proprio per togliere ogni qualsiasi eventuale situazione di interesse a lato dello stadio stesso.
D’altronde capisco anche le problematiche che uno stadio in un centro storico possa dare e mi rendo conto che si debba fare tutto quello che è possibile per evitare ogni qualsiasi problematica nei confronti delle tifoserie che arrivano a Parma, magari con altre motivazioni.
Quindi Tardini, sempre Tardini, però con fatto tutto quello che debbono fare Comune e forze dell’ordine, cioè migliorare le vie di uscita, migliorare la visibilità, migliorare l’illuminazione.
Per quanto mi riguarda, almeno sentimentalmente, la mia decisione sarebbe quella di tenere lo stadio dov’è, con tutte le cautele che ovviamente ci devono essere”.
Sei favorevole o contrario allo stadio di proprietà delle società di calcio?
“Io non farei un discorso generalizzato: io direi che a seconda del momento storico, ma soprattutto dell’eventuale proprietà, si può decidere se… E’ chiaro che il discorso fatto non di proprietà è un po’ più libero; il discorso di proprietà imporrebbe tutta una serie di scelte differenti, quindi anche le Società, ad un certo tipo di comportamento. Per cui sono un po’ agnostico in questo senso”.
http://www.settorecrociatoparma.it/Notizie0910..htm/notizie_0910_569.htm
Grazie Rey