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martedì 8 febbraio 2011

UN ANNO DI STADIOTARDINI.COM

Febbraio 2010, il pericolo delocalizzazione dell’impianto fa scattare la mobilitazione dei Tifosi: un gruppo di loro, i Tardini Fans si affidano al web e creano questo portale. Dodici mesi dopo li abbiamo risentiti
un anno di stadiotardini(gmajo) – Febbraio 2010, il pericolo delocalizzazione dell’impianto fa scattare la mobilitazione dei Tifosi: un gruppo di loro, i Tardini Fans si affidano al web e creano questo portale, nato sotto il segno dell’acquario (come il suo attuale “tenutario”). Dodici mesi dopo li abbiamo risentiti. Delegato dagli storici fondatori a rispondere alle nostre domande è Paolo Magnani: “Il dislocamento dello stadio non era altro che un argomento per distrarre la gente dalla vera intenzione che è quella di arraffare l’impianto a costo zero. Vogliono privatizzare il Tardini, ma lo stadio è nostro, della comunità che lo ha frequentato da sempre . Le strutture per praticare lo sport sono e devono restare della comunità, è un bisogno subito dopo la sanità e al pari dell’istruzione. Attorno alla nuova proprietà del Parma girano personaggi ben disposti per accaparrarsi lavori di ristrutturazione. Questi personaggi nel momento del bisogno del Parma Calcio si erano defilati e nascosti. La ruffianata degli 800 abbonamenti regalati rimarrà nella storia come una delle leccate più disgustose…” All’interno l’intervista completa

1) Dodici mesi dopo ritenete superata l’emergenza “Ennio”?
“No, l’attuale situazione politica italiana sta affrontando, con fatica, l’indebitamento dello stato e la crisi economica. Così non sta garantendo i viveri alle lobby del calcio “mangia mangia” , ma gli avvoltoi sono in attesa della carogna…”
2) Perché creaste un blog?
“Fu un tentativo di creare un contenitore di voci ‘libere’ da appartenenze. Ci interessava ascoltare e raccogliere le idee dei singoli tifosi piuttosto che solo quelle dei gruppi organizzati. Uno, perché i gruppi organizzati del tifo crociato già disponevano di siti e mezzi di divulgazione, due perché le posizioni di questi gruppi erano già conosciute e chiare. Poi anche un tentativo di rafforzare la difesa alla “casa” del tifo crociato attaccata da incompetenti come nel caso della maglia crociata. (Tipo quel ‘fenomeno’ palermitano…) .Anche un po’ di sfida ai grossi portali che dispongono di ‘pila’. Con poco o niente si superò titolati siti web, e Google preferì noi nei risultati di ricerca piuttosto di siti storici”.
3) Che riscontri ci furono?
“Assolutamente negativi ci dissero che eravamo destabilizzatori, che spalleggiati dalla società del Parma e altre ‘stronzate’ varie. Naturalmente non tutti si comportarono cosi, esempio i Boys scrissero un bell’ articolo sul loro sito, anche Beppe di Settore ci dedicò un post.
4) Negli annali sono rimaste le considerazioni di Boys, Settore Crociato e le mie: avevate chiesto anche altri contributi alla discussione senza ottenere risposta? Da chi?
“Mah, vedi sostanzialmente la nostra linea sulle tematiche dello stadio erano e rimangono simili a quelle dei Boys, per cui ci venne semplice formulare un questionario da presentare agli Ultras della Nord. Da parte dei Boys ci fu cortesia e disponibilità per la risposta. Nel caso di Settore Crociato avevamo intenzione di cambiare le domande giusto perché sapevamo che non era già più un gruppo di tifosi, ma un’entità differente “quasi” giornalistica. Invece lasciammo il questionario uguale per la domanda finale sulla tessera perché in quel periodo in molti si chiedevano la posizione di Settore al riguardo.
Inviammo le stesse domande al CCPC e alla Associazione Petitot senza aver risposta. Anche altri giornalisti furono interpellati, ma questi ritennero il blog una vetrina non al livello per ospitare tanta saggezza e la loro importanza o imponenza…”
5) Nel “manifesto” chiedevate di “portare nel dibattito non solo argomenti affettivi, ma anche analisi e studi approfonditi su come uno stadio nuovo, di nuova concezione, lontano dal centro, anche solo 2-3 km, per una città come Parma non sia sostenibile”. Che cosa riusciste a raccogliere?
“Niente: il progetto fallì esattamente dopo il breve periodo di allarme. Tutti i ragazzi che si unirono a noi pian piano alla spicciolata se ne andarono lasciando Mara dalla Costa D’Avorio sola a collaborare con me che ero in Israele per lavoro. Poi una discussione e la decisione di regalare il sito a chi interessato e sensibile alle tradizione crociate. Una votazione dei vecchi, poi il blog passò nelle tue mani”
6) Sapevate che in contemporanea a Voi altri sostenitori dell’impianto avevano realizzato un Docu-film sul’Ennio?
“Si ci furono dei contatti fra noi e ci fu anche un accordo di collaborazione per altri progetti sempre riguardanti lo stadio. Poi bo? Non si sentì più nulla…”
7) Pensate che l’attuale proprietà e management del Parma, che spesso hanno pubblicamente espresso la volontà – se le condizioni economiche lo consentiranno – di confermare il Tardini come impianto per le partite, manterranno la promessa?
“Non crediamo che in una città come Parma ci siano possibilità concrete di fare altrimenti che al Tardini.”
8) Ritenete che sia una priorità la copertura delle Curve?
“E beh, certo che in inverno beccarsi acqua e neve non è proprio il massimo…”
9) Trasferimento della sede operativa e degli uffici a Collecchio: che ne pensate?
“Se sono comodi a Collecchio…”
10) Stadio di proprietà = Più risorse per i club. Condividete questa ricetta dei manager del calcio?
“Questo è il punto! Il dislocamento dello stadio non era altro che un argomento per distrarre la gente dalla vera intenzione che è quella di arraffare l’impianto a costo zero. Vogliono privatizzare il Tardini, ma lo stadio è nostro, della comunità che lo ha frequentato da sempre. Le strutture per praticare lo sport sono e devono restare della comunità, è un bisogno subito dopo la sanità e al pari dell’istruzione. A Parma c’è accattonaggio. Non a caso attorno alla nuova proprietà del Parma girano personaggi ben disposti per accaparrarsi lavori di ristrutturazione. Questi personaggi nel momento del bisogno del Parma Calcio si erano defilati e nascosti. La ruffianata degli 800 abbonamenti regalati rimarrà nella storia come una delle leccate più disgustose…”
(gm) – Personalmente non credo che la vera intenzione sia “quella di arraffare l’impianto a costo zero”, in quanto a Parma vige – e lo sarà per diversi anni ancora – una convenzione,unica nel suo genere in Italia, che, sostanzialmente,già agevola sia la Comunità che la Società, la quale si fa carico dei costi di manutenzione. Non credo ci siano ragionevoli possibilità di privatizzazione. L’house organ del club “Parma stadio” aveva ospitato nel numero 5 (gennaio) una intervista a Stefano Perrone, che nelle prossime ore ci piacerebbe ripubblicare integralmente, nella quale questi aveva affermato che” il Parma nel 2010 ha speso 400.000 euro di manutenzione e nessuno se ne è accorto”. Aggiungendo che, suo avviso “Il Tardini di oggi è inadeguato rispetto agli standard europei. Andrebbe in buona parte rifatto per diventare un valore aggiunto alla città.”

7 commenti:

Mara ha detto...

Comunque iniziò tutto con poca coerenza. Nen eravamo le persone più adatte ed istruite nella tematica specifica.

Anonimo ha detto...

Una inizziativa inutile
meglio uno stadio privato fuori dalla città
Antonio T.

Anonimo ha detto...

Come parmafans e boys loro hanno nel dna la verità. Arroganti e superflui che non accettano le idee differenti. Giusto che si dedicano ad altro. Nessuno sente la loro mancanza
Fedrik

Anonimo ha detto...

"ma gli avvoltoi sono in attesa della carogna" ben raffigura la realtà del calcio moderno

Anonimo ha detto...

Ogni iniziativa a difesa del Tardini è positiva; un secondo stadio a Parma sarebbe uno schiaffo alle tradizioni della città. Vigiliamo, sempre, perché credo che il rischio delocalizzazione non sia in realtà sfumato del tutto. Sulla privatizzazione sono meno categorico ma l'ideale sarebbe se lo stadio rimanesse pubblico, sia per ragioni ideali che pratiche (ricordiamoci che lo stadio privato ha portato al fallimento l'unica squadra italiana che l'aveva, ossia la Reggiana).

Arcobaleno78

Anonimo ha detto...

Mi sembra che la gestione precedente, senza voler offendere, fosse un attimino faziosa e pesante. Una specie di rilettura della linea dura degli ultrà ,tanto da far credere ad un coinvolgimento di questi nel “progetto” presentato come “nato spontaneamente da qualche tifoso del Parma”. Questa mia valutazione ho avuto occasione di dirlo ai ragazzi personalmente; C’è da dire che sono stati per lo meno critici e attenti riconoscendo i loro errori . Senza apertura alle idee diverse non si costruisce nulla di positivo. Solo un confronto aperto può produrre positività.
Da Ré
(non si può rendere più sbrigativa la pratica dei commenti?)

Gabriele Majo ha detto...

La pratica dei commenti è un po' meno sbrigativa, da qualche tempo a questa parte, in quanto ho adottato l'apposito filtro, come mi era stato da tempo consigliato dal webmaster. Io sarei anche per toglierlo, com'era inizialmente, perché mi piace la libertà (averne e darne): il problema è che spesso c'è chi se ne approfitta, anche se fortunatamente non da noi, dove sono stati inibiti al massimo 4-5 messaggi in 3-4 mesi, tra l'altro di tifosi di altre squadre quando avevo fatto incursioni altrove. Vedremo un po' se toglierlo di nuovo. Grazie. Cordialmente Gmajo