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martedì 27 dicembre 2011

TRA GLI INGREDIENTI DEL BRESCIA ALLA PARMIGIANA SPUNTA PURE ZAGLIO

L’ex storico membro del CdA crociato sembra la mente ideatrice del Progetto Fondazione pubblico-privata che salverebbe varie società sportive bresciane in difficoltà. Anche se interpellato dal Corriere della Sera ha negato ogni coinvolgimento… E stadiotardini.com ha ri- intervistato il plenipotenziario Calzoni

ANDREA ZAGLIO(gmajo) – Zaglio esce dal Parma ed entra nel Brescia? L’ipotesi al momento non è confermata dall’interessato, il quale, al Corriere della Sera ha negato ogni coinvolgimento nel possibile progetto di una Fondazione mista pubblico-privata, che mirerebbe a salvare le diverse squadre in difficoltà di vari sport del comprensorio bresciano. Eppure vari indizi sembrerebbero portare proprio all’ex storico componente del CdA dell’era Ghirardi – dal quale è uscito poche settimane fa assieme ad Ottavio Martini, che aveva rivestito la medesima carica per lo stesso periodoconsiderato dalla costola bresciana del Corrierone come il regista della grande operazione. Dunque non solo Penocchio, attuale vice presidente del Parma, lanciato nella corsa alla presidenza del Brescia niente meno che da Tommaso Ghirardi il giorno della presentazione del progetto del Centro Direzionale di Collecchio, ma anche Andrea Zaglio sembrerebbe entrare in gioco nella grande partita tesa a dare una dignitosa successione al patriarca Corioni nel club con la maglia a V. Al fine di capirci qualcosa di più stadiotardini.com ha cercato di contattare lo stesso Zaglio, ma il suo cellulare, ahinoi, trillava a vuoto. Invece ci ha risposto Ugo Calzoni, il manager che sta curando il passaggio di proprietà del Brescia, del quale avevamo già ricordato i trascorsi parmigiani all’Ente Fiere quando lo intervistammo il giorno della presentazione di Roberto Rodio all’ufficio stampa. Il primo dei parmigiani (o assimilati) ad avvicinarsi al nuovo Brescia..

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corriere della sera bresciaIl titolo di oggi del Corriere del Sera era, dorso bresciano, era: “Corsa a due: la cessione a un passo”, ma stando a quanto ci ha riferito Calzoni, durante il colloquio telefonico intercorso, ad oggi in corsa per l’acquisizione del Brescia, sembrerebbe esserci un unico corridore. Il triangolo Ghirardi-Penocchio-Zaglio, semmai entrerebbe in campo successivamente, dal momento che non avrebbe assist ghirardi penocchiomai trattato con nessuno di loro: “Noi, come interlocutori, non abbiamo loro, ma due professionisti milanesi che trattano per la realtà bresciana con particolare attenzione alla Banca sponsor e che ci ha sorretto e che ci sorregge, ma che rimane come un guardiano dei binari e non un interlocutore negli affari”. E Ghirardi e Penocchio? “Quello è un altro disegno in fieri con l’idea di una fondazione che mi pare più rivolta alla parte pubblica, che non un interesse a rilevare oggi il Brescia Calcio. In quella fondazione, poi, convergerebbero diverse società sportive bresciane che oggi sono in difficoltà”. E’ proprio il Corriere della Sera a scrivere oggi di questo progetto, che darebbe una valenza anche economica ad una operazione di salvataggio che altrimenti non avrebbe alcun senso. Se Ghirardi, infatti, fece un affarone acquisendo il Parma Calcio ripulito da ogni debito cambiamenti cdadall’Amministrazione Straordinaria del Commissario Bondi, e con un importante valore patrimoniale preso a prezzo di saldo (il Centro sportivo di Collecchio), diverso sarebbe il discorso per il Brescia Calcio che in dote porterebbe 30 milioni di euro di debiti e patrimonialità zero. Ma se nel discorso entrassero aree come lo stadio Rigamonti, tanto per fare un esempio, allora il discorso cambierebbe decisamente. Annota Massimiliano Del Barba sul Corriere: “L'idea della holding (meglio conosciuta come «Hopa Junior» perché fondata e gestita dai rampolli delle famiglie vicine alla famosa Hopa di Emilio Gnutti) sarebbe quella di creare una Fondazione di natura pubblico-privata nella scenari quale far confluire come «donazioni» non solo le azioni di controllo del Brescia Calcio, ma anche le quote di altre società sportive della città nonché - e forse questa è la partita più delicata - la proprietà degli asset immobiliari oggi nelle mani della Loggia, a partire dallo stadio Rigamonti e dalle concessioni di edificabilità su cui si potrebbe giocare la partita della futura cittadella dello sport di Buffalora”. Allora si che l’operazione potrebbe diventare un business. L’ipotesi, però è futuribile, non immediata, in quanto Ugo Calzoni, il manager incaricato da Corioni di scovare un successore, vorrebbe chiudere il prima possibile il passaggio di proprietà con i partner con cui sta da tempo dialogando e non si escludono novità già nelle prossime ore. calzoni a stadiotardini comAnche Ghirardi quando acquisì il Parma si trovò d’accordo con Bondi nei giorni attorno a Capodanno, anche se l’operazione venne ufficializzata solo qualche settimana dopo. Calzoni, come dicevamo, ci ha escluso di avere avuto abboccamenti sul Brescia con Ghirardi e Penocchio: “Mi ero molto meravigliato nel sentire Ghirardi fare quella dichiarazione (quella nella quale parlando con i giornalisti bresciani alla Villa del Ferlaro, a margine della presentazione dell’erigendo Nuovo Centro Direzionale Parma FC, aveva tirato la volata a Penocchio, nda); una dichiarazione non cercata perché la sera prima c’era stata questa cena nel nuovo ristorante di Penocchio, dove c’era mezza Brescia, e questo discorso non era uscito. Tra l’altro Penocchio lo conosco bene e ho visto che quando la notizia era uscita non era né meravigliato né stranito dalla stessa, mentre di solito queste cose si negano. E schemawebpoi in gioco è entrato anche Zaglio, che è l’avvocato di Penocchio, di Ghirardi, di G Sport che è la concessionaria di pubblicità. Zaglio, che è appena uscito dal CdA del Parma Calcio, sembra che abbia lanciato l’idea di dare certezze con il coinvolgimento di qualcuno di importante del mondo politico. La sua proposta sarebbe quella di una fondazione pubblica e privata, che porterebbe al conferimento di alcuni impianti sportivi. Una vera e propria fondazione per lo Sport che non riguarderebbe solo il Brescia Calcio, ma anche altre società sportive. Lui, in passato, ad esempio, ghirardi passo indietroera stato amministratore della pallanuoto…”. Insomma questo Brescia alla parmigiana di cui abbiamo già più volte parlato sembrerebbe avere con Zaglio un importante ingrediente in più. E intanto, durante queste vacanze, Ghirardi sta meditando sulla sua storia quinquennale con il Parma che, a suo dire, gli ha dato più soddisfazioni che delusioni, ma quei fischi dopo Parma-Lecce hanno aperto una piccola crisi coniugale con la classica pausa di riflessione. Vedremo al suo ritorno se l’amore sarà rinsaldato, anche se queste ultime news lascerebbero presagire che la tentazione Brescia non pare scacciata… Gabriele Majo

DAL  CORRIERE DELLA SERA

In campo un pool di imprenditori bresciani Ma all'ultimo spunta un nuovo interlocutore

CORSA A DUE: LA CESSIONE A UN PASSO

Fondo o fondazione? Calzoni: «Nelle operazioni di vendita Ubi non sarà l'interlocutore e Faissola si manterrà fuori dal gioco»

Poche settimane alla resa dei conti. Forse addirittura meno di una decina di giorni. Il 2012 potrebbe aprirsi con il concretizzarsi del passaggio di mano della proprietà del Brescia Calcio. Due le opzioni sul tavolo delle trattative che potrebbero segnare l'era del dopo Corioni. La creazione di un fondo d'investimento partecipato da una serie di industriali bresciani e coordinato da Ubi Banca, oppure la nascita di una fondazione di natura pubblico-privata che andrebbe a gestire non solo il calcio ma buona parte delle attività sportive cittadine godendo di carta bianca sugli asset immobiliari.
Due strade, divergenti fra loro, per risollevare le sorti di una squadra in bilico fra il rilancio e la retrocessione. Lo conferma lo stesso Ugo Calzoni, il manager incaricato dallo stesso Gino Corioni per la cessione del Brescia, secondo cui al momento l'opzione più accreditata sarebbe quella del fondo d'investimento: «Questa settimana sarà la più importante per gli ultimi abboccamenti», dice al Corriere Calzoni. L'idea potrebbe essere non dissimile da quella che ha permesso alla Roma di risollevarsi dalla grave esposizione verso Unicredit. In pratica, un «contenitore» finanziario partecipato a vario titolo da diverse personalità cittadine che, pur non impegnandosi direttamente nell' affaire , si sarebbero rese disponibili ad assumersi il rischio d'impresa. Questa la differenza fondamentale rispetto ai tentativi dell'estate scorsa che avevano visto l'affacciarsi di una «cordata dell'acciaio» capeggiata dagli industriali Giuseppe Pasini (gruppo Feralpi) ed Ettore Lonati (Alfa Acciai).

E il ruolo di Ubi? Calzoni da questo punto di vista è chiaro: «Ubi rimane il guardiano dei binari, non può essere l'interlocutore. Il presidente del consiglio di sorveglianza, Corrado Faissola, è stato da più parti sollecitato a occuparsi della squadra, in realtà però l'istituto di credito guarda con massimo favore alla creazione del fondo di controllo». Il fatto è che sul Brescia e sulle due società di controllo, la Brescia Service e la capogruppo Sport Invest, pesano oltre 30 milioni di debiti. Una ventina di milioni dovrebbero essere garantiti entro settembre 2012 dalla conclusione delle transazioni del parco giocatori, ma è comunque difficile che il principale creditore (cioè Ubi) entri direttamente nel pacchetto di controllo.
Fin qui l'iter della trattativa ufficiale. A cui, tuttavia, nei giorni scorsi si è affiancato un nuovo player. Si tratterebbe proprio di Brixia Incipit, la finanziaria guidata da Tommaso Ghirardi e da Diego Penocchio - rispettivamente presidente e vice del Parma Calcio - dei cui ammiccamenti il Corriere ha già dato notizia lo scorso 17 dicembre. L'idea della holding (meglio conosciuta come «Hopa Junior» perché fondata e gestita dai rampolli delle famiglie vicine alla famosa Hopa di Emilio Gnutti) sarebbe quella di creare una Fondazione di natura pubblico-privata nella quale far confluire come «donazioni» non solo le azioni di controllo del Brescia Calcio, ma anche le quote di altre società sportive della città nonché - e forse questa è la partita più delicata - la proprietà degli asset immobiliari oggi nelle mani della Loggia, a partire dallo stadio Rigamonti e dalle concessioni di edificabilità su cui si potrebbe giocare la partita della futura cittadella dello sport di Buffalora.
Da quanto si è finora appreso, il regista dell'operazione sarebbe il giovane avvocato Andrea Zaglio (che, sentito, però smentisce). Bresciano, consigliere di Brixia Incipit e già consigliere della Fingruppo di Gnutti e amministratore della Brixia Leonessa Nuoto, aderente dichiarato all'Opus Dei, considerata la mente legale del Parma Calcio, è uscito alla fine di novembre dal board della società emiliana insieme al commercialista e consulente economico - bresciano anch'esso - Ottavio Martini. Una mossa per preparare la calata (o meglio il ritorno) su Brescia e le sue rondinelle?

Massimiliano Del Barba – 27 dicembre 2011  (dal Corriere della Sera)

 

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