Il Valdanito, malato di pallone, si accontenterà del surrogato Lentigione? Stefano, al contrario di lui, non ha fatto storie e – rinunziando a giocare ancora (e a un ricco ingaggio) – ha deciso di adeguarsi a quanto la società ha programmato per lui…

(gmajo) – Penso sia sempre difficilmente terribile arrivare al punto di dire basta. Specie se la tua storia d’amore la reputi ancora viva, vegeta e rigogliosa a dispetto dell’età che avanza. Eppure arriva quel giorno in cui il partner ti fa capire che è meglio metterci uno stop. E tu, magari, non capisci, perché quella fine debba arrivare pur sentendoti ancora in grado di poter dare qualcosa, di poter percorrere ancora qualche metro insieme… Crespo e Morrone, pur assai diversi tra loro, sono due bandiere crociate che è triste veder ammainare. Il momento della pensione, loro due, lo hanno affrontato in un modo assai diverso: il Valdanito, un anno fa, quando gli hanno fatto capire che non era più cosa (e cioè che doveva appendere le scarpette al chiodo e fare il grande salto dietro la scrivania), ha risposto picche, cioè che voleva giocare ancora – e pazienza se non a Parma – riuscendo infine a strappare dal misericordioso Ghirardi il tanto desiderato prolungamento del contratto. Come sarebbe andata a finire lo avremmo scoperto nello scorso campionato, con una triste agonia ben lungi dai fasti del passato, fino alla rescissione più o meno consensuale pochi giorni dopo l’arrivo di Donadoni in panchina. Morrone, no: lui non ha fatto storie. Rinunziando alla possibilità di continuare a giocare ancora (addentellato non trascurabile: rinunziando a un ricco ingaggio, sia pure in serie B) ha deciso di adeguarsi a quanto la società Parma FC ha programmato per lui. Alias l’arrivo fino alla scadenza naturale del contratto (30.06.2013) per poi passare nei ranghi tecnici o dirigenziali.

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L’amore alle volte è come una droga. Anzi è una droga. Anche l’amore per tirare i calci a un pallone, beninteso. E in questo senso Crespo è un drogato. Drogato di pallone. Secondo quanto ha raccontato stamani sulla Gazzetta di Parma  Marco Bernardini, lui, l’Highlander, sarebbe sul punto di accettare la profferta del Barcellona del calcio minore, alias il Lentigione (Eccellenza), che è pure sulle tracce di un altro ex crociato, il campione del mondo (!) Simone Barone. Basterà questo surrogato – il Lentigione – a Crespo per saziare la sua crisi d’astinenza dalla sfera cuoiata? Certo passare in pochi mesi da essere calciatore professionista nella serie A Italiana a “giochicchiare” da dilettante – sia pure in una squadra ricca e ambiziosa – non è un passo da poco. Ma almeno sfamerebbe quella voglia di mangiare il prato verde che ha. Del resto era pronto ad accettare anche la fantomatica Lega Indiana, che però gli avrebbe garantito anche emolumenti ben più sontuosi di quanto il Lentigione gli possa dare. Ma c’è anche un altro passaggio, nel servizio di Bernardini, che vorrei sottolineare: “Oltre a richiedere gol e spettacolo ogni domenica gli è stato proposto di diventare uomo immagine, testimonial per l’Immergas, la nota ditta di caldaie della famiglia Amadei, in passato proprietaria di Modena e Brescello”. Crespo uomo immagine Immergas? Ma non è già (o dovrebbe essere…) uomo immagine del Parma? Quando il 2 febbraio 2012, giorno della Candelora, si era sancita la sua fine da calciatore professionista non era stato specificato che avrebbe fatto l’uomo immagine per il Parma, dando una mano anche come marketing? Ghirardi era stato un po’ fumoso, in quella conferenza alla volemose bene, in tema di contratti: ma Hernan non era stato blindato, almeno in questo senso, dai crociati? Stadiotardini.com, ad esempio, il 9 maggio scorso, riprendendo Il Gazzettino Nuovo di Brescia, aveva riferito della visita alla Sterilgarda di Ghirardi accompagnato dal suo uomo immagine Crespo. Siamo alla vigilia di una nuova rescissione? Gabriele Majo

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