“E se un angelo del pallone, con un'ala gialla ed un'altra blu, con negli occhi molti sguardi di tanti Parma del passato e visioni di Parma del futuro (il presente si sa, nei sogni, non è tanto contemplato…) apparisse in sogno nel ritiro azzurro a Sebastian Giovinco, mentre si gira e rigira sul suo guanciale, convinto di tirar una punizione…”

Due Luca lettori di stadiotardini.com, tifosi crociati strajè, mandano messaggi d’amore alla Formica Umana: la grafica è di Luca Russo (che avrebbe voluto ricavarne uno striscione, ma si deve accontentare del web), il testo di Luca Savarese

(Luca Savarese) – I sogni sono da sempre il linguaggio più simbolico, a metà tra un enigma ed una rivelazione. A volte nel sogno vedi la realtà appesantita e sbalordita, poi ti svegli al mattino e scopri che hai davanti persone e cose che lungi dall'appesantirti, ti fanno gioire e ti accompagnano. A volte poi sogni di giocare in serie A, poi ti svegli al mattino in ritardo e, l'unico gioco, è andare a prendere la macchina ed iniziare la giornata. I sogni son desideri, si dice, ma anche, sognare ad occhi aperti. Allora, con una dose consistente di fantasia, anche lei in fondo fa sognare, ci immaginiamo che una di queste notti di primavera, dove scoccano nuovi amori e dove se ne confermano altri, nel silenzio di un campionato appena finito e nell'attesa di un europeo ricco di stimoli, un angelo del pallone, con un'ala gialla ed un'altra blu, con negli occhi molti sguardi di tanti Parma del passato e visioni di Parma del futuro (il presente si sa, nei sogni, non è tanto contemplato…) appaia in sogno nel ritiro azzurro a Sebastian Giovinco, mentre si gira e rigira sul suo guanciale, convinto di tirar una punizione…

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Questo messaggero particolare, gli sussurra: "Seba, resta dove sei, a Parma stai bene, a Parma con te stanno bene, hai appena fatto 15 gol, cosa credi che se vai via, ne farai di più? Caro Seba, pensa un po', a Parma sei diventato un giocatore vero, un autentico fuoriclasse, non sei più mezz'uomo ma un pezzo da novanta a tutto tondo, le persone stravedono per te, sai che, se te ne vai, si rattristeranno e, quei bambini che hanno comprato quest'anno la tua maglia, saranno costretti a metterla in un armadio come si fa con i ricordi che non servono più: Seba tu servi a Parma e nel Parma; per te questo, non è un luogo di passaggio ma, un ambiente saggio che ti coccola e ti culla, ti offre un bel massaggio, non andartene per altro ed alto ingaggio. Voi giocatori moderni siete tutti uguali, non ce n'è uno che faccia una scelta diversa: siete dei giovani talenti? Vi fate le ossa in una squadra, diventate forti e poi quando quella squadra, mentre voi vi siete fatti le ossa, lei si è fatta il cuore per voi, voi cosa fate? Pronti via, arriva lo squadrone con bei soldoni e vi rapina, vuole le vostre giocate, vuole riempirvi il portafogli e far presto cassa con le vostre prestazioni. La vostra persona? Serve solo come merce di scambio, come faccia da mettere per vendere i caffè freddi o i gelati caldi di qualche sponsor. Seba, proprio tu che hai origini meridionali fatte di attaccamenti saldi, di radici profonde, non ti accorgi che il calcio di oggi, quello che giochi anche tu, ha più fretta che fede? Sai, quale potrebbe essere il tuo gol più bello dopo gli europei? Non una punizione micidiale ( ti confesso che neanche noi angeli sapremo tirarle così bene.. ), non una serpentina veloce con quelle tue gambe che sembrano ali di gazzella, ma dire alla Juve, al Napoli e a chi ti cerca, <Cari signori, io sto bene a Parma, io voglio aiutare il Parma che ha aiutato me a diventare un fuoriclasse completo, a vincere qualcosa, a divertirsi, a togliersi delle soddisfazioni. Per quanto? Sicuramente per un po' di tempo.>  Del resto Riva ha aiutato il Cagliari per tutta una vita e Di Natale, per restare in tempi e in calci recenti, si è messo sulle spalle l'Udinese e non riesce più a poggiarla per terra perché Udine senza Totò non può stare. Parma con te Seba, è un dipinto da esportare. Stai tranquillo, piccolo grande campione, scegli Parma, ed avrai scelto uno squadrone”. Ipse dixit l'angelo parmense, disturbando un attimo in una di queste notti di quasi estate il sonno di Seba Giovinco, che non è più un quasi giocatore ma un giocatorissimo, completo e lieto. Vorremo essere una mosca, ronzare nel ritiro azzurro, vicino all'orecchio di Seba, per sentire la sua risposta. Un momento, se leggiamo un attimo la Bibbia o racconti di apparizioni angeliche, ci accorgiamo che, le persone che hanno ricevuto un messaggio da parte di un angelo, poi non hanno quasi mai risposto a voce ma, agendo, con la risposta inequivocabile della vita. L'angelo era troppo romantico? Seba non è sufficientemente biblico? Staremo a vedere, intanto, continuiamo a sognare… Luca Savarese (grafica di Luca Russo)